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Ars celare artem
“L’arte consiste nel celare l’arte” sostenevano i Latini.
Anche noi siamo convinti di questo. I nostri studi pedagogici, le nostre competenze nella divulgazione scientifica, la tecnica teatrale e le arti visive, l’esperienza educativa e ricreativa, non devono essere dichiarate. Per il semplice motivo che le attività non servono a gratificare noi, ma a risultare affascinanti per i bambini. A loro interessa il risultato. La nostra “arte” è al loro servizio.
“Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e tre quarti teatro.”
Questo lo scriveva Galileo Galilei.
Non un uomo di teatro, quindi, ma uno scienziato, uno dei padri del pensiero moderno. Consapevole, come tutti i grandi pedagoghi che:
- La fantasia non è un capriccio infantile
- La creatività non è un dono di natura ma una facoltà da sviluppare come qualunque altra, potenzialmente in ogni individuo e con esiti differenti e personali
- L’apprendimento non deve essere una performance ma una gratificazione
- Il gioco è una strada maestra nell’apprendimento
- Ciò che si insegna non è ciò che si dice ma ciò che si fa, ossia si è esempio con la propria persona prima di ogni altra tecnica didattica
“Con la parola alla gente non gli si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’esempio.”
Questo invece lo scriveva Don Milani.
Da Montessori a Pizzigoni (ma forse si potrebbe risalire anche a Pestalozzi), fino a Don Milani e Mario Lodi e molto altri educatori noti o sconosciuti di ieri e di oggi, l’insegnamento è quello del fare, dell’avere piacere nel fare, nell’imparare dall’avere piacere.
A noi piace la Storia, e piace la Scienza, e soprattuto piace l’idea di migliorare il nostro mondo e come ci viviamo. Questo fa sì che possiamo condividere la nostra vita con la vostra senza ipocrisie e opportunismi.